
Il SAGGIO GRAFICO è l’elemento principe dell’indagine grafologica in ambito forense.
Spesso, se ben prodotto può risultare decisivo e essere elementi di garanzia per chi lo esegue. L’ importante è che sia qualitativamente soddisfacente.
Più il soggetto sottoposto a saggio grafico è a suo agio, più lo scritto risulterà naturale, omogeneo. Se vi sono gesti fuggitivi, elementi da cogliere, verranno sicuramente in evidenza. ).
“Il saggio grafico migliore sarà quello che saprà contemperare requisiti di naturalezza, spontaneità, omogeneità, numero adeguato e soprattutto connotati qualitativi” (B. Vettorazzo, Metodologia della Perizia Grafica su base Grafologica, 1998).
Generalmente s’è inizia la sessione invitando lo scrivente a scrivere in maniera corrente le generalità, il luogo in cui si trova, la data.
Se si riscontra rigidità nella grafia, possiamo già intuire che vi sia un “controllo” mente- mano atto a modificare lo scritto. Il soggetto può sentirsi giudicato, e se si è in presenza di persone particolarmente emotive e ansiose, occorre metterle a proprio agio.
Quindi si passa a dettare alcune parole chiave contenute nel testo in discussione.
Se il quesito posto riguarda la verifica di firme, bisognerà fare firmare lo scrivente in più modi. Compreso in forma contratta.
Il mezzo grafico dovrebbe essere il medesimo con il quale è stato stilato il testo in verifica, in maniera di verificare i collegamenti automatizzati, e i figli utilizzati possono essere protocollo o bianchi formato A4.
Interessante poi osservare se vi sono errori di ortografia e come è apposta la firma e la data.