COME VARIA LA SCRITTURA IN CASO DI MALATTIA E DI ANZIANITÀ

L’analisi calligrafica di un testamento olografo non può prescindere da un esame approfondito del documento nella sua interezza, tenendo conto sia degli aspetti fisici che cronologici, prima di passare all’osservazione del contenuto scritto. In uno dei tanti casi a cui ho lavorato, una cliente mi aveva sottoposto un testamento di una parente, subito apparso sospetto, poiché presentava indizi di possibile falsificazione.

 Il testamento apparteneva a una persona anziana, costretta a letto a causa di una grave infermità, di 78 anni. La grafia evidenziava tremori evidenti, ma sorprendentemente, alcune parole presentavano tratti caratterizzati da una fluidità anomala della linea di scrittura. Inoltre, la firma posta in calce mostrava un movimento più disegnato che naturale.

 Dopo un attento esame della cartella clinica, è emerso che i tremori rilevati nella scrittura erano coerenti con le condizioni patologiche e l’età avanzata della de cuius.

È noto che in soggetti anziani e malati è frequente riscontrare una scrittura instabile, spesso accompagnata da difficoltà evidenti nel controllo dello strumento scrittorio, come si osserva nei punti di appoggio della penna sulla carta.

Tuttavia, va sottolineato che gli effetti della malattia, per quanto significativi, possono attenuarsi grazie a determinate terapie farmacologiche, capaci di ristabilire temporaneamente il controllo dei movimenti della mano.

L’esame approfondito della grafia ha rivelato che, nonostante le modificazioni dovute alla malattia e all’età, persistevano elementi grafici personali e caratteristici della de cuius, sufficienti a definire un profilo calligrafico omogeneo e identificabile.

 Nel caso portato cpme esempio, tale analisi accurata ha permesso di concludere che l’impronta scrittoria del testamento era riconducibile alla mano della de cuius. Di conseguenza, il documento poteva essere ritenuto autentico e autografo.